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Il jazz è musica di molti, si dimostra nell'ultimo capitolo di questo libro. Nella sua storia non si possono separare né i singoli artisti dal fiume indistinto di suonatori, né isolare la loro musica dalle loro vite. Infatti dietro ogni jazzista c'era un bambino che sentiva un richiamo misterioso e irresistibile. E dietro il richiamo c'era una sofferenza e un'inquietudine indefinite nate quasi sempre sulla strada. Per cui, raccontare la vita e lo stile di tredici grandi creatori del jazz, dagli albori agli anni Settanta, non risponde alla scelta di individuare il genio isolato, ma a quella di indicare la sintesi biografico-artistica in cui si distilla sempre un intero fatidico momento spirituale dell'epopea collettiva del jazz.